Erks è una città dimensionale ed extraterrestre che si trova geograficamente nel bel mezzo dell’Argentina, precisamente nella provincia di Cordoba, invisibile per i profani e visibile per tutti coloro che vi si recano con cuore puro e senza preconcetti.
Il cuore di questa misteriosa metropoli si trova in una misteriosa montagna chiamata “Cerro Uritorco”, nei pressi di una bellissima cittadina di nome “Capilla del Monte”, dove da parecchi anni si recano iniziati, ricercatori, studiosi, ufologi e tanti curiosi di tutto il mondo, per ammirare le bellezze locali e soprattutto vivere qualche esperienza dal sapore cosmico.
Diceva a questo proposito il maestro Sarhuma: “Nella sacra valle di Erks si respira l’aroma dei gerani, come essenza cosmica che avvolge i vostri densi corpi, fino a penetrare nei più profondi strati interiori dell’essere…”
La gente del luogo non parla facilmente di questi fenomeni che noi chiamiamo avvistamenti, incontri ravvicinati ed altro e se parlano possiamo rimanere sbalorditi dei loro racconti. Una volta una persona del luogo mi disse che dal giardino di casa sua, tutte le sere, vedeva un’astronave penetrare dentro una montagna chiamata Las Gemelas e quasi sempre alla stessa ora, le 22.30. Da allora io e alcuni amici che mi accompagnavano in quella circostanza la chiamammo la nave delle 10 e 30.
Nelle vie di questa cittadina di provincia, si respira un’aria diversa, come se tutto fosse avvolto in un alone di mistero, e non sarebbe strano incrociare un Anunnaki in persona che passeggia tranquillamente per le strade cittadine, ma è chiaro che per riconoscerlo è necessario avere il terzo occhio sviluppato. E di notte il mistero si infittisce, perché recandosi in alcuni siti nei dintorni è possibile vedere “cose strane e inusuali” nei cieli trapuntati di stelle, come scie luminose o strane luci che viaggiano muovendosi intelligentemente, spostandosi sopra le vicine montagne, scomparendo ed apparendo e creando simboli strani come a volerci comunicare qualcosa.
Nel passato tutta questa valle era considerata sacra per la presenza degli “indios Comechingones”, razza strana e misteriosa, perché erano di carnagione chiara e con barba lunga, nulla a che vedere con le altre razze autoctone.
Dice la storia che prima che arrivassero i colonizzatori spagnoli, un gruppo di duemila “sacerdoti” si suicidarono buttandosi dall’alto di una rupe nel vuoto per non essere sottomessi alla schiavitù o alle dipendenze degli invasori. Storia molto simile a quella degli Esseni di Masada che non vollero sottomettersi ai Romani.
Molte persone salgono sulla cima dell’Uritorco e passano la notte Recitando mantra, meditando e osservando il cielo e non è raro che alcuni di essi abbiano un incontro ravvicinato con esseri particolari o vedano un’astronave immobile sopra le loro teste. Quasi tutti coloro che salgono (los que suben) indistintamente, vivono delle esperienze catartiche che prima o poi daranno un nuovo corso alle loro vite.
Perché prima ho menzionato gli Anunnaki, e chi sono?
Adriano Forgione nel suo articolo “Il Graal degli Anunnaki” (in Hera n. 3), nel presentare le due foto di Nibiru scattate da una fantomatica sonda chiamata Siloe ad un compagno oscuro del nostro Sole, nei pressi del sistema solare, ha affermato che “potrebbe trattarsi del pianeta che i Sumeri chiamavano Nibiru, patria degli angeli caduti o Nephelim. La scia luminosa presente in una delle foto costituirebbe il segnale di una vita intelligente sul pianeta ed è straordinariamente simile alla scia lasciata da un oggetto luminoso ripreso da Alfredo Di Prinzio in Argentina, presso Capilla del Monte / Erks 1984” ecc… ecc… .
Successe che in quell’anno mi recai in Argentina ed invitato dal dottore Angel Christos Acoglanis, chiamato iniziaticamente Sarhuma, a visitare Erks, accettai e, insieme a due giornalisti, Roberto Villamil e Raul Marcos, partii in macchina da Buenos Aires verso Cordoba, che dista 700 km verso nord. Era una fredda mattina di agosto: viaggiammo tutto il giorno e all’imbrunire arrivammo alla villa del dottore Acoglanis. Lì c’erano altre dodici persone che ci aspettavano. Quando tutto fu pronto, la comitiva si mosse. Destinazione: il mistero! Cosi facemmo altri centoventi chilometri in piena notte, senza luna, però illuminati da milioni di stelle.
Era la prima volta e la promessa era quella di un incontro abbastanza ravvicinato, cosa che ci riempiva tutti e tre di emozione. Arrivati ad un certo punto ci fermammo insieme alle altre macchine e dopo essere scesi accompagnati da canti mantrici, una grande luce apparve dal nulla nel cielo pulsando intelligentemente mentre dalla valle ci investiva un’onda profumata di gerani. La nostra guida Sarhuma disse: “ci autorizzano ad avvicinarci…?” cosi ci spostammo nuovamente verso la seconda fermata.
Allora, mentre eravamo tutti presi da una grandissima emozione, scattai con la mia “Oliympus” diverse fotografie a quelle luci che ci danzavano davanti. Ma mi aspettava una grande sorpresa: delle foto scattate solo una venne impressa e mostrava una scia luminosa nel cielo e niente più. E la cosa più strana era che anche i miei compagni giornalisti avevano scattato parecchie fotografie e, a loro come a me, solo una venne impressionata ed erano uguali alla mia.
Tornai in Italia, gli anni passarono e quella foto dormì in un cassetto di un mobile per diversi anni. Per me era un semplice segno senza grande importanza fino a quando nella rivista Hera (n.1 a pag.33) venne pubblicata la foto del pianeta Nibiru patria degli Anunnaki, la mia sorpresa fu grande nel notare una scia di luce sul fondo grigio del pianeta che mi sembrò di riconoscere, immediatamente cercai quella vecchia foto e con grande meraviglia scoprii che i due segni si assomigliavano, erano pressoché uguali.
Allora come si spiega questa similitudine? Una normalissima foto scattata in Erks in un momento particolare, e l’altra presa da una sonda in un pianeta a milioni di chilometri di distanza che si suppone essere il pianeta dei nostri creatori. Cosa ci vogliono indicare?
Mi azzardo a dire che questi segni sono “la firma” della loro presenza sulla Terra e questo sito non è altro che una loro “base” piazzata forse migliaia di anni fa per essere attivata in questi tempi e ci dicono chiaramente “noi siamo Anunnaki e il nostro pianeta sta ritornando“.
Un’altra domanda è: perché in Argentina? Un paese cosi lontano dalle loro prime basi nella Mesopotamia tra il Tigri e l’Eufrate? Sicuramente la loro misura temporale risponde a canoni diversi e il tempo loro non corrisponde al nostro, così si sono anticipati nel futuro del “Nuovo Mondo” piazzando un sito proprio nel cuore dell’Argentina dove potrebbe prossimamente verificarsi una discesa in massa.
Risulta chiaro che Eâ-Enkil nostro “dio creatore”, scienziato ed ingegnere genetico non poteva lasciare incustodito il suo più grande esperimento: l’uomo, e fu cosi che seicento giovani Anunnaki si unirono in un solenne giuramento, per rimanere “di guardia” fra gli umani, mentre la loro casa, il pianeta Nibiru si allontanava seguendo la propria orbita di 3.600 anni terrestri.
C’è una curiosità, la lingua che questi “veglianti” parlavano è conosciuta come IRIN, mentre la lingua cosmica dei mantra erkadiani dataci dal Sacerdote Sarhuma la chiamava IRDIN. La similitudine è incredibile, come lo sono alcune parole con la lingua sumera, e poiché il “caso non esiste” e due più due è uguale a quattro, gli Anunnaki e gli esseri di luce di Erks sono la stessa cosa.
Addirittura si parla di altri posti come Erks che sono distribuiti sulla faccia del nostro pianeta. Il sacerdote Sarhuma affermava che erano diverse razze galattiche che erano intervenute nella manipolazione del genoma umano, e tutti questi “dei” creatori sotto la guida dei ventiquattro anziani che si troverebbero pure in Erks, in corrispondenza delle montagne chiamate “Gemelle”, e le loro invisibili presenze si fanno manifeste con un delicatissimo profumo di incenso.
Tutta questa ricerca basata sull’esperienza del vissuto ha dell’incredibile, ma ormai le “voci” sono tantissime e risuonano in tutta la terra e ognuna è simile alle altre. Fra poco queste voci diventeranno un grido e quello che adesso è verità per pochi sarà domani una realtà per tutti.
di Alfredo Di Prinzio
kuthumadierks.com – 1 agosto 2002