È indispensabile avere un maestro per avanzare sul cammino?
di Salvatore Brizzi
Innanzitutto chiariamo che tecnicamente il termine “maestro” sarebbe da attribuire solo all’individuo – uomo o donna che sia – che ha superato la quinta iniziazione. Stiamo dunque parlando di gestione totale dei corpi fisico, emotivo e mentale, identificazione totale con l’anima e capacità di “risorgere”, ossia di fabbricare un apparato psicofisico adulto senza la necessità di rinascere da una madre.
Questi maestri fanno parte della Gerarchia Spirituale del pianeta – la Grande Fratellanza Bianca – con sede a Shamballa.
Chiarito questo, quando utilizziamo il termine “maestro” di norma ci riferiamo a iniziati di alto grado i quali sono capaci di istruire e condurre lungo un cammino di crescita personale i loro allievi. Stiamo dunque parlando della capacità di “vedere” a che punto della sua evoluzione si trova una singola persona e guidarla all’interno di un percorso che in parte è comune con gli altri allievi, ma in parte deve necessariamente essere personale.
Per cui verranno assegnati esercizi, compiti o addirittura “prove” che permettono a quell’individuo di salire il gradino successivo delle sua personale scala evolutiva. Il maestro tira fuori il meglio da ciascuno secondo le sue attitudini, esattamente come dovrebbe fare un maestro elementare con i bambini.
Pertanto non rientrano in questa categoria i divulgatori come me. Infatti indipendentemente dallo stadio evolutivo raggiunto dal divulgatore, se non si interessa agli allievi anche individualmente non può essere definito un maestro. Per cui anche i cosiddetti “guru” che si limitano a stare seduti e ripetere alle persone che “tutto è Uno”, non sono maestri. Il maestro ti “vede” – percepisce le tue potenzialità e i tuoi blocchi – e accetta di condurti.
Vivere accanto al Fuoco del maestro è una condizione ideale. Ma dal momento che i maestri scarseggiano in rapporto al numero di persone che intraprendono un cammino, in questo periodo storico occorre arrangiarsi da soli. È un’epoca in cui l’allievo è chiamato a responsabilizzarsi. Il maestro/papà non c’è più, al suo posto ci sono tanti divulgatori – ognuno col suo livello evolutivo, che in taluni casi può essere anche molto elevato – e ogni allievo attirerà a sé quello più consono ai suoi bisogni di crescita.
Se l’altezza della vostra anima lo permette, potrà anche succedere che un vero e proprio maestro della Gerarchia venga a bussare alla vostra porta. Ma lo attirerete per Risonanza, è inutile cercarlo.
La domanda “Sulla Via occorre un maestro oppure no?” è una finta domanda. Occorre a chi? Non c’è una risposta generica. Ognuno ha quello che gli occorre in ogni istante. Per qualcuno è indispensabile, per altri no.