Barefoot – Camminare senza scarpe
Si chiama Barefooting e significa “camminare senza scarpe”. E’ una tendenza che arriva dalla Nuova Zelanda. Non serve essere master yoga o fachiri per praticarla, basta solo voler vivere a diretto contatto con tutto ciò che ci circonda, abbandonando le calzature a favore dei piedi nudi.
Le scarpe hanno solitamente una forma ristretta anteriormente e più ampia sul calcagno, ovvero l’esatto opposto della naturale geometria del piede.
Perché dire di no alle scarpe?
Ognuno di noi ha provato nella propria vita la sensazione di non vedere l’ora di togliersi le scarpe. Dopo una giornata di lavoro, dopo una serata danzante, quando i piedi ormai gonfi e indolenziti patiscono a causa delle scarpe troppo strette, troppo alte o troppo nuove. Questo perché le scarpe hanno solitamente una forma ristretta anteriormente e più ampia sul calcagno, ovvero l’esatto opposto della naturale geometria del piede. La forzatura del piede nella scarpa fa si che il carico non si distribuisca sul calcagno ma che gravi sull’avanpiede, causando così un indebolimento della muscolatura del piede e cambiando completamente il corretto equilibrio di tutto il corpo: il baricentro si sposta in avanti, con conseguenze negative sulle ossa e sulla postura dell’intero scheletro.
Camminare senza scarpe: Il piacere di “sentire”
Appendere le scarpe al chiodo permette di provare sensazioni tattili diverse ad ogni passo. Sensazioni che le molte superfici della terra ci offrono. Un barefooter non segue regole; va scalzo tutte le volte che vuole e che può, senza obbligo di spiegare né dimostrare nulla a nessuno. Può usare le scarpe in città, per evitare le spiacevoli sorprese dell’asfalto metropolitano e abolirle completamente quando invece si trova in mezzo alla Natura. Camminare scalzi su un prato umido, su una roccia calda o sul bagnasciuga produce un massaggio riflessogeno che risveglia positivamente tutto l’organismo donando un’immediata sensazione di relax e benessere psicofisico. Senza parlare poi dei veri e propri effetti benefici sull’organismo: camminare liberando i piedi dalla forzatura delle scarpe consente al piede un appoggio più dolce e naturale sul terreno con una corretta distribuzione dei carichi e favorisce la circolazione sanguigna degli arti inferiori alleviando il problema delle vene varicose.
“Scalzismo” fin dalla nascita
Fin da subito camminare scalzi è un allenamento perfetto per il sano sviluppo dei piedi. Bisogna quindi consentire ai bambini di camminare scalzi perché li aiuta ad esercitare correttamente la muscolatura del piede e ad evitare il problema dei piedi piatti. Inoltre, eliminando le scarpe si elimina la barriera che non consente al piede la sua naturale traspirazione: la pianta del piede ha la più ricca concentrazione di ghiandole sudorifere del corpo; nelle scarpe chiuse possono facilmente annidarsi funghi e batteri, mentre camminare scalzi crea una naturale essicazione dell’epidermide.
Attenzione però a dove si cammina
La sensazione che può dare passeggiare a piedi nudi sull’erbetta appena tagliata e umida di un prato di campagna non ha eguali, ma attenzione a tutti i rischi e pericoli. Sul suolo risiedono diverse specie di germi patogeni, insetti anche velenosi e pericoli di ogni genere (il vetro di una bottiglia rotta, schegge, spine, pietre taglienti, ecc…), il rischio è quello di contrarre infezioni di ogni genere. Conviene quindi accertarsi dei rischi, scegliendo terreni sicuri e portare sempre in borsa un disinfettante e una pinzetta da sopraciglia utile per rimuovere immediatamente eventuali schegge che dovessero conficcarsi nella pelle, evitando dolori e infezioni.
A questo punto non resta che provare! Probabilmente non diventeremo dei veri e propri Barefooter, ma sarà comunque un momento piacevole di ricongiungimento con il nostro spirito e il terreno sotto i nostri piedi.
Sara Villa